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06/08/12

Diario dei Mostrincubi - L'Ararodecnisa


Il caldo di questa estate si alterna a scrosci di pioggia torrenziali. Le strade mutano in torrenti stagionali e la furia delle acque si precipita verso il mare. Nessuno esce con un tempo così e il paese diventa improvvisamente tutto mio.


Adoro questo tempo. Cammino con l'acqua alle caviglie, l'incerata sopra la testa e uso l'arpione come bastone mentre vedo le luci filtrare dalle persiane sbarrate e sento rumori di piatti e stoviglie che timidamente provano a contrastare il frastuono della pioggia. Persino gli incubi se ne rimangono nelle loro tane o nei loro sottotetti in serate così. È rilassante andarsene in giro con i piedi zuppi senza doversi preoccupare di niente. Cammino per le vie, sbirciando involontariamente la vita che prosegue al riparo dietro le finestre sprangate. Mi tiro il cappuccio dell'incerata sul viso e passo rapida sotto i fiotti potenti delle grondaie. Gioco come da bambina. Sorrido. E per fortuna nessuno mi vede. Ho una reputazione da difendere.
Poi il sorriso mi scivola via dal viso e stringo più forte l'arpione e mi avvicino ad una finestra spalancata. La pioggia fradicia le sedie e il tavolo di una cucina. Le persiane sono aperte verso l'esterno, le ante spalancate verso l'interno. La prima cosa a cui penso è a un colpo di vento. Uno forte. Una specie di piccolo uragano che ha spalancato tutto.


Ma non è possibile. Sul pavimento c'è un lago, il tavolo ormai gronda acqua e le sedie di paglia sono zuppe. La finestra era aperta quando è iniziato il temporale. Faccio un giro di casa. È tutto sbarrato. Possibile che non ci sia nessuno?
Busso alla porta. Il vento si porta via i miei colpi. Lo faccio più forte. Nessuna risposta. C'è qualcosa che non mi quadra. Nessun pescatore uscirebbe con questo tempo e da quello che so in quella casa ci vive una coppia sposata. Che anche la moglie sia fuori? Torno davanti alla finestra spalancata. So che non dovrei ma c'è qualcosa che non mi torna. E di solito non mi sbaglio mai.


Scavalco ed entro.
I piedi nudi fanno piccoli splash sul pavimento bagnato. Non c'è un solo rumore che non sia la pioggia. Chiudo la finestra dietro di me e lo scrosciare diventa improvvisamente un brontolio. Il silenzio in casa è totale. Provo a camminare. Piccole onde partono dai miei piedi e si infrangono sulla porta chiusa. Appoggio l'orecchio e rimango in ascolto. C'è come un russare. Ma a intervalli irregolari. Affannato. Socchiudo la porta e scivolo nell'altra stanza. Il pavimento è uno stagno. Cammino, facendo attenzione a non fare rumore. Il russare è più nitido, meno impastato col rumore della pioggia là fuori. E ci sono dei gemiti.


Si sentono a malapena, confusi con i rumori del temporale. Ma ci sono. Come se qualcuno cercasse di respirare ma ormai fosse allo stremo.
"C'è nessuno?" domando.
La mia voce si perde e resta solo il picchiettare dell'acqua che cade dal tavolo sul pavimento allagato. Mi avvicino alla porta da dove sento arrivare i lamenti. La apro con la punta dell'arpione. La stanza puzza di chiuso. Il pavimento è umido ma non è allagato. Ci sono due persone sul letto. Nel chiarore che proviene dalle persiane socchiuse li intravedo a malapena.
Sono i padroni di casa.
Sono bianchi come cadaveri. Magri che gli vedo le ossa sotto pelle.
Respirano a fatica. Sono legati a letto da quelli che potrebbero sembrare rovi spinosi. Per un secondo, uno stupido secondo, me ne resto lì, i piedi bagnati, l'arpione in mano, due quasi cadaveri sul letto e l'unica cosa che riesco a pensare è alla Bella Addormentata. Sorrido. Poi dici da dove vengono fuori certe storie...


Si tratta di un'infestazione di ararodecnisa. Fa il nido sotto i letti. Cresce lentamente, molto lentamente. Prima si accontenta dei sogni che cadono dai cuscini. Poi le sue appendici spinate si intrufolano tra le lenzuola, da sotto il materasso e cominciano a strappare i sogni ai dormienti. Chi si addormenta su un letto infestato si sveglia sempre stanco. Non ricorda mai i sogni della notte precedente e soprattutto comincia a deperire. Quando il mostrincubo è cresciuto abbastanza, il padrone del letto non ha più la forza di alzarsi. Continua a dormire, catatonico, mentre i suoi sogni servono a far crescere e rafforzare il parassita. A forza di dormire e non riposare ci si scorda di mangiare, di bere. E piano piano ci si consuma fino a morire.


Non so da quanto tempo questi due sono bloccati qua dentro. Dall'odore e dal loro aspetto è sicuramente troppo. Mi sdraio sul pavimento e striscio carponi sotto al letto. Le zampe dell'incubo mi sfiorano ma non sto dormendo e non trovano niente da rubarmi. Laggiù, sotto la testata, c'è una specie di rosa di carne, vagamente luminescente, da cui partono zampe aracnoidi spinate. Sto distesa sulla schiena, allungo l'arpione e comincio a potarla. Non posso ucciderla subito, lo shock potrebbe essere fatale per i due sopra di me. Ogni colpo che affondo recide una zampa dell'incubo. Ci metto più di un'ora ma più vado avanti più il respiro dei due padroni di casa si normalizza. A un certo punto, li sento girarsi sopra di me. Il letto cigola. Un grugnito e un russare regolare accompagnano il loro sonno.
Era ora, ho la schiena a pezzi a forza di stare sdraiata sul pavimento umido. Affondo l'arpione e il mostro si dissolve in un'odore acre, come di calzini bagnati.


Mi rimetto in piedi. I padroni di casa dormono sereni e finalmente riposano. Domani avranno una fame da lupi, poco ma sicuro. Io faccio la strada a ritroso, ritorno alla finestra che era spalancata. Fuori ha smesso di piovere. Esco da dove sono entrata, accosto da fuori la finestra e le persiane.


Quella stanza da letto puzzava da morire. Faccio un bel respiro.
E starnutisco con forza.
E starnutisco per tutta la strada verso casa.
E starnutisco anche mentre mi faccio una tazza di tè caldo.
E starnutisco anche mentre mi infilo sotto le coperte.
A me e quando me ne vado in giro scalza sotto i temporali...





PS: Scusateci, ma il blog lunedì prossimo va in vacanza, che la consegna del libro si avvicina e dobbiamo un po' correre. Ci rivediamo il 20!
Giovanni & Federico


5 commenti:

  1. Buone vacanze! :D
    Le storie sono sempre più belle!

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    1. Vacanze a lavorare ma ci tocca che il libro è impegnativo e grazie per i complimenti!

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  2. Fa molto Pioggia nel pineto^_^ Buone vacanze-lavoro.

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  3. Sempre fantastici! Non vedo l'ora che arrivi Lucca! :D

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